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RESTAURO MOTORE

Sul piano del propulsore, il famoso “Bialbero Lampredi”, i lavori non sono stati sicuramente da meno, rispetto al resto della vettura.

Appena aperto, ci si è resi conto che il “cuore pulsante” della Delta, purtroppo, non godeva di ottima salute, a causa della scarsa manutenzione da parte dei precedenti proprietari e di alcuni lavori (un eufemismo chiamarli tali) effettuati “in cantina”, che hanno compromesso l’integrità del motore ed hanno costretto alla sostituzione di molta componentistica (bielle, pistoni e pompa dell’olio, su tutte), oltre alla rettifica ed equilibratura dell’albero motore, nonché quella del monoblocco e alla conseguente barenatura.
Queste ultime operazioni hanno permesso l’eliminazione dei contralberi di rotazione, senza intaccarne l’equilibratura.

La testa del motore ed annessi e connessi erano in condizioni decisamente migliori rispetto alla parte “nascosta”, in quanto, molto probabilmente, rivisti in tempi più recenti.
Su questa parte, i lavori non son stati difatti così invasivi, anche se si è comunque deciso di adottare due alberi a cammes in acciaio, con alzata leggermente più spinta.
La testa è stata leggermente rettificata ed è stata data una lucidata ai condotti.

Il “soffio” garantito dalla turbina Garrett T3 continuerà ad essere tale: tutto il corpo e le giranti sono state revisionate, così da mantenere il pezzo originale di fabbrica, senza doverlo sostituire con turbine più recenti o non dello stesso tipo.

I pistoni, come anticipato qui sopra, sono stati sostituiti con quelli di tipo stampato della CPS, mentre son state montate quattro bielle nuove, originali Lancia Delta.

A livello estetico, una volta chiuso il tutto, è stata data una mano di colore grigio opaco al monoblocco (al posto del bruttissimo colore rosso che presentava precedentemente) e sono stati rifatti il coperchio punterie e l’aspirazione nel classico nero goffrato.

Per la linea di scarico, si è deciso di mantenere quella già montata, non originale ma comunque in buone condizioni: è stata revisionata e sistemata in alcuni punti.
La configurazione prevede uno scarico diretto, con terminale come si conveniva sulle Gruppo A, con uscita singola a destra tagliata a fetta di salame.

Maledetta scocca

Nel corso delle settimane successive, complice anche la chiusura di alcune Regioni (tra cui la mia) imposta dal governo, mi sono dedicato a mettere in ordine i pezzi dell’abitacolo smontati e sparsi in tutti gli angoli del mio box.
Per molti di essi ho potuto scegliere tra due alternative, avendo parecchi ricambi in comune sia la Delta Integrale che la GT, così da preferire quelli in condizioni migliori e tenere la “seconda scelta” come scorta.

Ho provveduto inoltre ad acquistare alcuni prodotti per detergere le superfici di tutti i componenti e trattarli con la tecnica del “car detailing”, così da donare nuova vita agli stessi e riportarli alle condizioni di quando l’auto era nuova.

Altro lavoro importante riguarda la moquette del fondo abitacolo: il primo passo è stato quello di rasarla con la macchinetta tosa capelli, proprio come si fa con le pecore (effettivamente il colore attuale poco si discosta da un manto ovino). Questo mi ha permesso di eliminare tutte le parti sfilacciate e di renderla tutta uniforme, tranne in un punto, vicino al pedale della frizione, decisamente rovinato e che andrà ripristinato.
I passi successivi riguarderanno una profonda pulizia, con abbondante detergente e lancia ad alta pressione, e, una volta asciutta, una tinteggiatura di tutta la superficie con il colore originale.

Di seguito, alcune immagini della moquette (anche nel dettaglio) di prima, durante e dopo le operazioni di rasatura:

 

Nel contempo, ho ricevuto aggiornamenti circa lo “stato di salute” della mia Delta, affidata alle sapienti mani di Andrea (www.bossauto.it): purtroppo le notizie trasmessemi non sono state positive, in quanto, oltre ai problemi già evidenziati alla scocca, se ne sono aggiunti altri, che si traducono in numerose crepe alle basi dei montanti (nella zona anteriore dell’abitacolo), in prossimità della raccordatura con il tetto e nel vano motore.
Tutto questo implicherà pesanti e profondi lavori di saldatura e messa a punto della scocca, tutte operazioni da effettuarsi una volta posizionata su banco di riscontro.

Di seguito, alcune immagini della vettura in fase di smontaggio, dalle quali si possono vedere i danni alla scocca:

 

Da una prima verifica, anche il reparto propulsore non gode di ottima salute: oltre ad una mancanza di pressione olio sufficiente, probabilmente dovuta ad una pompa “stanca” e da sostituire, e alla turbina che “non spinge” esattamente come dovrebbe, si è riscontrata anche una carenza della pressione nelle singole camere di scoppio, quantificabile in circa un bar in meno a cilindro.

Di seguito, una foto del motore e alcune immagini della scocca, completamente denudata di tutti gli organi meccanici:

[…continua]