L’autunno è ormai inoltrato e le gare e i campionati sono terminati, in attesa della nuova stagione 2017.
A bocce ferme ho quindi pensato di poter iniziare a raccontarvi un po’ dell’altra mia Peugeot 106 Rallye, la “sorella” di quella da corsa, in realtà la prima arrivata, seppur più giovane a livello di immatricolazione.
Anche questa sezione sarà composta, come quella relativa alla vettura da competizione, da racconti a “puntate”, in modo da non annoiare troppo i lettori e così da creare il giusto interesse.
…dalla ricerca disperata al primo anno di vita…
Voglio dedicare una sezione di questo sito anche alla “sorella” della Peugeot 106 Rallye che uso per correre: un’altra Peugeot 106 Rallye 1600cc 16V, comprata nuova ad agosto 2003, unico proprietario, mia prima macchina.
Dopo aver rotto le scatole, invano, a tre quarti dei concessionari di Milano e provincia, sono riuscito a trovare un concessionario della provincia che aveva in arrivo due 106 bianche dalla Francia.
Ho immediatamente prenotato quella con l’ABS e senza climatizzatore e ad agosto 2003 è arrivata.
Prima di ritirare la vettura, mi ero già preparato, da mesi, una lista delle modifiche da apportarle.
Modifiche di chiara ispirazione corsaiola: la mia filosofia è sempre stata quella di avere per le mani, nel limite del possibile, una “replica” di una vettura da gara utilizzabile però su strada.
La prima su tutte l’applicazione del mio cognome, dell’iniziale del nome, del gruppo sanguigno e della bandiera italiana sui vetri posteriori, proprio come sulle auto da rally “vere”.
Nel corso degli anni l’automobile ha subito svariati “mutamenti”, sia per mano del sottoscritto, sia per “causa di forza maggiore”.
Ancora oggi la macchina è costantemente “in evoluzione”, ho sempre in testa qualche lavoro o modifica da fare, in oltre tredici anni non sono mai giunto alla conclusione “adesso è terminata, l’ho finita, è definitiva”.
Il primo grosso “cambiamento” le è occorso esattamente un anno dopo il ritiro dal concessionario, quando, intorno alle ore 20.00 del 3 agosto 2004, sono uscito di strada nel tratto che collega i comuni di Lozio e Ossimo (dove ho la casa in montagna), finendo a rotoloni, per 150 metri, nel fondo valle.
Macchina distrutta, pressochè illesi gli occupanti (io e la ragazza che mi sedeva a fianco), tranne qualche piccola frattura e trauma.
Dopo questa bruttissima disavventura, ho deciso di far ricostruire la vettura da Gianantonio Franzoni di Darfo Boario Terme (http://www.franzonicorse.com): dopo aver ordinato una scocca nuova in casa madre, è stato fatto un lavoro certosino da parte del meccanico, nonchè pilota di cronoscalate, di smontaggio della parte meccanica dal rottame e riassemblaggio sul nuovo telaio.
Dopo qualche mese di lavoro, la vettura mi è stata riconsegnata in condizioni eccellenti.
Visto che nell’incidente i cerchi originali Speedline Raptor si sono piegati e rovinati, ho approfittato per far montare quattro Speedline 2111 bianchi, a mio avviso tra i migliori montati sulle Peugeot 106 da corsa.
Stessa sorte per il volante originale, squarciato dalla fuoriuscita dell’airbag: il suo posto è stato preso da uno a calice Sparco R215 con le razze di colore blu (che successivamente ho poi riverniciato, ma vi racconterò più avanti).
[continua…]