Ciao Albi…
Ho impiegato qualche giorno prima di iniziare a scrivere queste righe, giorni necessari a realizzare e concretizzare quanto successo.
Già, a rendermi conto che, purtroppo, non ci sei più.
Quando mi è stata data la notizia, quella maledetta domenica mattina 28 gennaio, stentavo a crederci; non mi capacitavo del fatto che questa cosa fosse potuta succedere proprio a te.
Fino al giorno delle esequie, il 3 febbraio, mi aspettavo di ricevere notizie da te, mi aspettavo un tuo intervento, del tipo “ci siete cascati, eh?! Vi ho coglionati tutti!!! Vi ho fatto proprio un bello scherzo!!!”.
E invece, solo quando ti ho visto arrivare, sul piazzale della chiesa, a bordo di una vettura che non ti apparteneva, tra due ali di persone e di auto, come quelle che tu amavi tanto, purtroppo ho realizzato che era tutto vero.
Quanta gente Albi, ancora una volta sei stato capace di coordinare ed organizzare, come tu solo sapevi fare, un sacco di persone.
Un sacco di amici, parenti, conoscenti, soci, tutti accorsi dai posti più disparati per renderti omaggio, per portarti l’ultimo abbraccio, l’ultimo saluto.
Sai Albi che ho fatto quasi 600 chilometri in un giorno per venire a trovarti? Proprio io, maniaco dei chilometri, sempre attento a non “buttarne su” tanti sulle mie macchine.
Ricordi quanto mi prendevi in giro per questa cosa? “Usale ‘ste macchine, se no fanno le ragnatele”.
E poi ci facevamo una sana risata e ci scherzavamo sopra.
Questa volta non ho assolutamente badato ai chilometri, li ho fatti senza pensarci, fossero stati anche 6000.
“AlbyGinestra”, io ti ho conosciuto così: circa una decina di anni fa, sul forum del RallyeSportClub, dove leggevo con attenzione le recensioni e i commenti che scrivevi, solo successivamente, circa cinque anni fa, di persona, in una fredda domenica di metà marzo, a Varano de’ Melegari.
Pur avendo tre anni in più di te, ti ho sempre visto come un mentore, una persona a cui chiedere consigli e poi stare in religioso silenzio ad ascoltare, come un bambino di prima elementare vede “i più grandi” di quinta.
Proprio in questo modo, ho sempre cercato di avvicinarmi a te con rispetto, per ottenere il tuo rispetto, la tua considerazione.
Per me eri un punto di riferimento: ricordo quando chiacchieravamo delle nostre amate Peugeot 106, quando ti chiedevo consigli e delucidazioni.
Oppure, ancora, quando cercavo di carpire da te informazioni sulle Lancia Delta, tuo grande amore e mio grande sogno: i sedili, gli interni, le versioni speciali.
Ho sempre desiderato possedere una di queste vetture, ho sempre sognato, il giorno in cui avessi avuto la fortuna e la possibilità di acquistarne una, di rivolgermi a te, di andare assieme a vederla, in modo da essere accompagnato da un amico, un vero esperto, una persona con l’occhio attento, vigile e critico.
Purtroppo non abbiamo fatto in tempo, caro amico.
Son sicuro, però, che dove ti trovi ora, stai bene. E sono altrettanto certo che starai già contrattando per recuperare qualche mezzo unico, magari un po’ malconcio, da riportare nelle condizioni eccelse e di originalità come solo tu sapevi fare, trasformandolo in esemplare unico.
Unico come le Peugeot 106 che hai “riportato in vita”, unico come la tua stupenda e tanto amata “Titti”, la bellissima Lancia Delta giallo ginestra.
Son sicuro che i tuoi genitori riusciranno a conservare questo tuo gioiello come solo tu sapevi fare, a conservare tutte le tue cose, a portare avanti i tuoi progetti, fino a realizzarli.
Ora, caro amico, è arrivato il momento di salutarti.
Non un “addio”, ma un “arrivederci”.
Ciao Alberto.