GILLES VILLENEUVE – Il mito che non muore

Gilles Villeneuve, uno dei piloti più versatili e, a mio modo di vedere, più forti di sempre.
Un grosso rammarico, il mio, quello di non aver potuto vivere “in diretta” le sue gesta, ma solo attraverso filmati e documentari, negli anni più recenti.
Personalmente, lo colloco su un podio virtuale dei tre piloti più forti di sempre nell’ambito formulistico, assieme all’altrettanto compianto Ayrton Senna da Silva e all’immenso Michael Schumacher.

Gilles, un pilota che non ha mai vinto il titolo mondiale di Formula Uno, massima espressione del motorismo sportivo, soprattutto in anni in cui le esasperazioni meccaniche si mischiavano ai primi esperimenti aerodinamici e le colorate griglie di partenza e i box dei circuiti erano composti da auto talmente differenti tra loro nelle forme e soluzioni che, anche verniciate tutte di bianco, si sarebbero distinte a distanza di metri.

Una persona dal grande cuore, fedele scudiero di Jody Scheckter nel biennio 1979-80, che, con i suoi soli sei gran premi vinti in carriera a il secondo posto nel 1979 dietro proprio al suo compagno di squadra, ha portato a casa molto meno di quanto forse si sarebbe meritato, grazie anche alla sua generosità nella guida, sempre spettacolare, spesso sopra le righe.

Dal 4 maggio al 22 luglio 2018 è stata dedicata una mostra presso l’Autodromo Nazionale di Monza a questo personaggio che, nei pochi anni di una carriera brevissima, è riuscito ad infiammare i cuori degli appassionati di tutto il mondo, merito anche delle sue gesta epiche, primo su tutti il leggendario duello con René Arnoux a Digione nel 1979:

Questa “galleria” dedicatagli è ricca di foto, molte delle quali inedite, racconti, scritti e filmati, che spiegano le vicissitudini sportive e della vita privata del canadese.

Gradita anche la presenza di alcune sue tute, del suo casco e, nel primo periodo della mostra, anche della sua Ferrari 312 T4, che gli ha concesso di guadagnare il secondo posto nel Campionato del Mondo F1 del 1979.

Di seguito, alcune immagini della mostra:

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